Il Poggio del Mulino a vento


 

Il Poggio del Mulino a vento

 

Passata è la tempesta……scriveva il Leopardi… ed anche per noi finalmente una giornata di sole pieno che invita alla passeggiata all’insegna del relax, così questa mattina di buon ora, abbiamo deciso di andare verso Colle Reciso e prendere la vecchia strada romana che porta al monte di San Martino fino a buca di Bomba, La strada completamente ripristinata e agibile offre un ampio viale il leggera ascesa ombreggiato da lecci, pini e macchia mediterranea, a tratti tra il fitto fogliame appare improvviso come un piccolo quadro qualche scorcio di panorama, il silenzio ci avvolge rotto a tratti dalla dolce melopea del vento, attorno una natura rigogliosa e prorompente….. respiriamo profondamente questa aria pulita e gustiamo il profumo della vegetazione primaverile, dopo qualche chilometro decidiamo per uno stradello che sale sulla nostra sinistra per condurci sul Poggio del Mulino a vento ancora un centinaio di metri ed il Monte Calamita, Punta Stella ed il Golfo di Lacona ci appaiono nel loro splendore mentre il vecchio rudere del mulino a vento sulla nostra destra come guardiano sembra sfidare il tempo.

Strana e indecifrabile la storia di questa costruzione che qualche sconosciuto speculatore aveva cercato di ricostruire magari trasformandola in villa residenziale, il fattaccio venne sventato alcuni anni fa ma si vedono ancora tracce di materiali edili coperti pietosamente dalle erbacce. Il vecchio mulino ci lascia assorti a fantasticare la sua costruzione originaria potrebbe essere stata una piccola fortezza oppure una torre di avvistamento, niente abbiamo trovato sui libri delle sue origini, nelle vicinanze appare un'altra bassa costruzione fatta con muri a secco all’intorno un ampio semicerchio di sassi sembra delimitare quella che probabilmente in passato era la proprietà. Qualcuno ci ha raccontato che sopra un piccolo colle di fronte al mulino esiste ancora un piccolo cippo che indicava il confine dei possessi di Cosimo de' Medici, diamo ancora uno sguardo all’interno, la costruzione in mattoni si componeva di due piani divisi tra loro da una pavimentazione poggiata su grandi travi di castagno, la parte circolare che ricorda le fattezze del mulino probabilmente venne realizzata in un secondo tempo, le pareti della costruzione sono completamente scalcinate e riportate a sasso, ma dai residui degli intonaci buttati da una parte si riesce a capire come le pareti interne fossero dipinte in “ rosso pompeiano” (strano per un mulino).

Ci guardiamo in silenzio mentre gli occhi sembrano dire: Ecco! Ancora un esempio di storia dimenticata che sta crollando in silenzio…..

Ce ne andiamo continuando a fantasticare di antichi castelli e di pirati saraceni … mentre in cuor nostro pensiamo che i pirati scomparsi hanno lasciato il posto …… ai nuovi barbari ……..

 

                                                                                                        Fabrizio Prianti




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